Altare dei Martiri turritani

Ubicato nella seconda cappella a sinistra, di proprietà del potente magistrato sassarese don Gavino Deliperi Paliaccio, l’altare intitolato ai Martiri turritani condivide forma e aspetto della struttura lignea con quello dedicato ai Santi Pietro e Paolo nella prima cappella a destra. Come risulta dalla descrizione riportata in un inventario del 1851, avevano identica foggia anche gli altari della prima cappella a sinistra, dedicata a Gesù nel Tempio, e della seconda a destra, appartenente alla confraternita di Nostra Signora della Natività. Impostato su lesene scanalate e rudentate poggianti su alti plinti, l’altare presenta una trabeazione liscia sormontata da una fascia decorata con motivi vegetali a maglia geometrica a sua volta chiusa nel terminale da modanature a gole, tori e dentelli. Il timpano triangolare spezzato in modo da lasciare emergere al centro della trabeazione un plinto modanato è un motivo ricorrente nei progetti architettonici gesuitici: trovandosi nella facciata della chiesa del Gesù di Lecce (1577), è stato proposto che l’ideazione del suo disegno sia da restituire al progettista Giovanni de Rosis, "consiliarius aedificiorum" della curia generalizia dell'Ordine. Ancora più stringente è il confronto con i timpani spezzati dell’ordine superiore della facciata della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Cracovia (1597), il cui progetto fu supervisionato da Giovanni Maria Berardoni, architetto dell’Ordine, il quale nel 1583 dovette lasciare Sassari, dove aveva in carico la progettazione e la direzione dei lavori della chiesa di Gesù e Maria, per assumere la direzione di una serie di fabbriche gesuitiche in Polonia. La tela incassata nella specchiatura dell’altare, raffigurante i santi martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario, è stata dipinta dal gesuita fiammingo Jan Bilevelt, giunto nel convento di Sassari nel 1611 e risiedutovi fino al 1652, anno della morte.

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