Il tabernacolo a tempietto architettonico è da identificare con quello commissionato nel 1634 dal padre provinciale del convento agostiniano di Cagliari al pittore e scultore Giovanni Angelo Puxeddu, il quale, a lavoro ultimato, riceve una rata del pagamento nel dicembre del 1634 e il saldo nel febbraio del 1635. Attualmente collocato in posizione centrale sul gradino apicale dell’altare di Sant’Agostino nella testata sinistra del transetto, verosimilmente dovette avere come ubicazione originaria il presbiterio, dal quale fu rimosso in seguito al montaggio del nuovo altare ligneo, realizzato nel 1760 dal maestro Jorge Podda e dai figli Giuliano e Geronimo. Articolato in due registri, presenta forme classiciste declinate secondo una sensibilità manierista. Nel registro inferiore, le tre specchiature inquadrate da colonnine scanalate di ordine composito ospitano ciascuna una nicchia centinata incassata entro una cornice modanata sormontata da un timpano triangolare. Motivi a voluta decorano la parte cuspidale dei timpani e la metà inferiore dei montanti delle cornici. Due piccoli oculi rinserrano l’arco della nicchia centrale, la cui cornice timpanata è a sua volta contenuta entro una grande arcata a tutto sesto poggiante su piedritti a sezione quadrangolare. Il registro superiore, maggiormente sviluppato in altezza, ospita al centro una sola nicchia centinata con catino decorato a lacunari contornata da colonne scanalate aventi medesima decorazione di quelle inferiori. Entrambi gli ordini sono chiusi ai lati da alte volute. La finitura cromatica è interamente definita dalla foglia d’oro, alternata da una stesura di tempera azzurra nei basamenti, nelle cornici marcapiano e negli incavi sui fusti delle colonne, L’opera subì danni di lieve entità in seguito ai bombardamenti del 1943.