Banchiere genovese al servizio di imperatori e papi, acquistò diversi feudi nel Mezzogiorno continentale
Figlio di un facoltoso banchiere genovese, divenuto anche ambasciatore e cittadino di Milano, nacque intorno al 1475. Tommaso proseguì ed espanse l’attività paterna, prestando ingenti somme o garantendo forniture militari alla corte imperiale asburgica, impegnata nel conflitto con la Francia per l’egemonia italiana, ma fu anche in stretti rapporti con la curia pontificia, in particolare al tempo dei papi Giulio III e Paolo IV. Accumulò dunque diversi possedimenti in Lombardia e nel Mezzogiorno, dove acquistò Gerace e lo stato di Terranova (1558) e Campobasso (1560). Entrò inoltre a far parte del Senato milanese e ottenne l’importante carica di depositario generale della Camera apostolica.
La fine del conflitto franco-asburgico, l’ostilità del nuovo papa Pio IV e i molti debiti accumulati lo costrinsero tuttavia a cedere i feudi calabresi, che furono in parte acquisiti dai Grimaldi.
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Consalvo II de Cordoba
Nipote di Consalvo de Cordoba, Gran Capitano del viceregno di Napoli sotto Ferdinando il Cattolico, ereditò dal nonno materno, oltre al nome, anche vasti feudi nelle province meridionali italiane
Unica figlia sopravvissuta del Gran Capitano, Gonzalo Fernández de Córdoba, nel 1515 ereditò tutti i suoi feudi, comprese Sessa Aurunca, Gerace e Venosa.
Celebre comandante spagnolo, signore di Sessa Aurunca, Venosa, Terranova, Gerace, Monte Sant’Angelo e numerosi altri feudi nel Regno, fu anche viceré di Napoli, dal 1502 al 1507.