Un tempio per la famiglia Amato
Non possediamo informazioni precise sulle cronologie in cui si colloca la costruzione della chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, che sorge a valle dell’abitato di Sant’Angelo di Brolo. La presenza, nelle cappelle laterali, dei sepolcri di Gregorio Amato (1593) e della moglie Caterinella (1612), lascerebbero supporre che il cantiere si sia svolto nell’ultimo quarto del XVI secolo, rimpiazzando un edificio preesistente. A interventi successivi condotti alla metà del Seicento si lega invece, con certezza, la riconfigurazione della facciata con l’inserimento di portali e finestre vistosamente decorati, così come la costruzione della torre campanaria che affianca la facciata.
La chiesa è impostata su un impianto basilicale con tre navate scandite da colonne, con capitelli diversificati tra loro. La stessa inclinazione alla varietas che caratterizza molte chiese del Val Demone si può riscontrare anche nell’aulico telaio architettonico classicista a registri sovrapposti che definisce la parete del presbiterio, dove, in corrispondenza dell’arco trionfale, si affiancano capitelli compositi di diversa foggia. Soluzioni compositive simili per il coordinamento delle arcate absidali caratterizzano altre chiese della città (San Nicola, Santissimo Salvatore) e dei centri vicini (San Francesco a Tortorici, San Luca a Galati Mamertino), a riprova della circolazione e rielaborazione di modelli progettuali tra la metà del XVI e i primi decenni del XVII secolo.