Confraternite e architettura classicista
La chiesa del Rosario fu edificata nell’arco di un ventennio, dal 1635 al 1656, e assume un carattere legato all'interpretazione classicista dell'architettura. La pianta ha navata longitudinale, cappelle laterali poco profonde e abside rettangolare poco più basso e stretto, simile ad altre chiese sassaresi edificate fra l’ultimo quarto del XVII secolo e i primi decenni del XVIII. Elementi di novità s’individuano nell’articolazione delle pareti, nella copertura e nell’ornamentazione plastica delle cappelle, che si ritrovano anche in S. Andrea. L’interno si distingue per l’armonia dello spazio e per la decorazione in stucco delle cappelle, con alcune stonature dovute a posteriori tinteggiature e al rifacimento dei pavimenti. A partire la navata in tre campate, al posto delle semplici paraste laterali, troviamo una coppia di lesene ravvicinate, nel breve intervallo fra le lesene si inseriscono delle aperture rettangolari sormontate da una nicchia centinata, mentre nell’intervallo più ampio si aprono le cappelle laterali. Le lesene proseguono in sottarchi appaiati, ornati da rosette in chiave, oltre dalla cornice modanata e arricchita da dentelli, aggettante in corrispondenza dei capitelli e ornata nella porzione inferiore da un alto fregio di triglifi che percorre anche le pareti absidali. Gli elementi ornamentali della chiesa fanno capo ad un’unica matrice che produce un insieme unitario, rilevante esempio delle maestranze genericamente lombarde a cui si deve anche, nel primo quarto del Seicento, la facciata del duomo di Sassari. Non si sa con certezza il nome degli artefici della chiesa del Rosario, ma si può ipotizzare riconducibile ai due fratelli lombardi Giacomo e Giuseppe Quaglio, i quali si trovavano a Sassari proprio nell’ultimo decennio del XVII secolo. È da sottolineare anche la concezione tendente al gusto barocca e l’uso sapiente del colore che rispondono anche all’intento dottrinario dei Domenicani e della confraternita del Rosario. Sono infatti elementi come gli altari in stucco delle sei cappelle laterali, le colonne tortili ricoperte di lucida scagliola nera, i capitelli compositi fantasiosamente variati ed il fastigio, costituito da un timpano spezzato in stucco bianco imitante il marmo, che rappresentano le tradizioni decorative delle maestranze dei laghi lombardi. L’analogia degli elementi ornamentali, che rimandano al tardomanierismo lombardo e diffusi a Genova dai maestri dei laghi, accomuna gli stucchi delle due cappelle centrali al grande retablo ligneo della cappella absidale.