Chiesa di San Francesco

Oltre un portico rinascimentale, le sepolture per l’aristocrazia

La chiesa annessa all’ex convento dei Minori Osservanti di Sant’Angelo di Brolo si trova a margine dell’abitato, nella sua area più elevata, affiancata dalle porzioni superstiti del complesso conventuale, e dalla sua corte porticata.

La chiesa è stata fondata nel 1506, ma le uniche informazioni disponibili sui tempi del cantiere riguardano il suo completamento: due iscrizioni datano al 1596 il portale principale e al 1604 una manica del chiostro.

La chiesa è organizzata su un’unica navata, affiancata solo sul lato sinistro da una serie di cappelle gentilizie. La prima sulla sinistra, legata alla committenza della famiglia Giuffrè, conserva un crocifisso ligneo databile intorno al 1644, eseguito da frate Innocenzo da Petralia. Le altre ospitano monumenti funebri, tra cui spiccano quelli di Michele e Lucrezia Angotta. Un telaio architettonico composto da una sequenza di arcate separate da paraste e sovrastate da trabeazione scandisce i fronti della navata, che non sono perfettamente speculari per permettere l’apertura di un passaggio verso il convento attraverso il fianco destro. Lo schema si ripete, con un unico modulo di maggiori dimensioni, sull’arcone trionfale, arricchito da una modanatura elicoidale nella specchiatura delle paraste. Nel complesso, la definizione formale delle pareti è riproposta nella vicina chiesa di San Domenico. Di grande interesse è anche il portico addossato alla facciata principale, sostenuto da colonne con capitelli compositi sormontate da una trabeazione dal fregio riccamente decorato. Si tratta di un elemento anomalo nel contesto siciliano, che sembra richiamare modelli peninsulari, e mostra una compiuta adozione del linguaggio classicista nel coordinamento tra i sostegni e la trabeazione.

 

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