Simulacro di Sant'Agata

1554

Un modello di santità. Un simulacro di Sant’Agata di Montorsoli

Un documento, oggi perduto, informa che il simulacro di Sant’Agata è stato commissionato nel 1554 a Fra’ Giovan Angelo Montorsoli dal nobile castrense Cusmano Siracusa, verosimilmente per conto della confraternita intitolata alla martire catanese. Ultimata e consegnata nello stesso anno, come da contratto la Santa, classicamente atteggiata, è raffigurata stante nell’atto di tenere in una mano le tenaglie con una mammella e nell’altra il libro e la palma del martirio.

“Bene sculpta”, la statua si innalza su un basamento poligonale recante a rilievo tre scene della vita della Santa e precisamente: Agata che professa la sua fede davanti a Quinziano, il martirio dell’estirpazione dei seni e il trasporto in cielo dell’anima della martire. Completano la base altri due rilievi, speculari, raffiguranti i confrati che conducono in processione un Cristo fanciullo posto su un’asta.

L’opera costituisce il prototipo di una serie di sante eseguite nella seconda metà del Cinquecento da artisti formatisi nella bottega messinese di Montorsoli, e in particolar modo della Sant’Agata del duomo di Taormina, ricordata come opera de frate servita da Vasari.

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