Chiesa madre dedicata a san Nicolò di Bari

Matrice e pantheon di una famiglia baronale del Rinascimento

La chiesa sorge nella parte più alta del paese, sul ciglio di un costone in posizione dominante sulla piana di Milazzo. Non si hanno notizie su un preesistente impianto di origine medievale. L’edificio attuale può essere considerato il risultato di radicali interventi di rifacimento a partire dalla precedente fabbrica quattrocentesca di cui restano tenui tracce. Verosimilmente, dall’inizio del Cinquecento, con la baronia dei Valdina, si avvia il rinnovamento complessivo della struttura e lentamente, nel corso del secolo, la sua trasformazione in forme rinascimentali. La data del 1572 sopra la porta della torre campanaria, attestante forse il completamento della sua edificazione, potrebbe indicare la conclusione di lavori attuati negli anni di AndreaValdina Crisafi senior (1557-1577),seppellito all’interno dell’edificio.La chiesa diviene luogo di sepoltura privilegiato dei Valdina i cui tumuli si trovano nelle testate del transetto e nelle cappelle orientali. Presumibilmente con la Controriforma ulteriori modifiche (XVI-XVII secolo) interessano l’area del presbiterio e delle absidirispettivamente trasformate in coro (cappellone) e cappelle laterali.È probabile che un programma di riconfigurazione organico sia da ascrivere ai primi decenni del XVII secolo con Pietro Valdina (nominato marchese nel 1623). La chiesa ha un impianto basilicale trinavato, su colonne e archi a tutto sesto, cappelle laterali e ampio transetto, ma conserva all’ingresso delle cappelle orientali archi acuti forse riferibili alla chiesa quattrocentesca o di primo Cinquecento, insieme ad altri frammenti superstiti. Successivi interventi (aggiunte, integrazioni, ammodernamenti, ridecorazioni) datano tra fine XVII e XIX secolo; rimaneggiamenti e ripristini sono conseguenti ai terremoti (1783,1908) e ai restauri più recenti.

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Comune di Roccavaldina