Una crypta che non cela, ma promuove la conoscenza di un ricco patrimonio di arte e fede
Istituito nel 2000 per iniziativa dell’arciprete parroco mons. Michele Giordano, è uno dei poli in cui si articola il Museo Diocesano diffuso nel territorio della Diocesi di Patti, insieme a quelli di Alcara Li Fusi, Capizzi, Gioiosa Marea, Naso, San Marco d’Alunzio e Sant’Angelo di Brolo, integrandosi con la collezione permanente del Museo Diocesano e del tesoro della Cattedrale, che ha sede nel Palazzo Vescovile di Patti. Comprende quattro sale espositive più un quinto ambiente di servizio, seminterrati, oggi collegati tra loro, con accesso dall’antica Strada Numea che costeggiava le mura dell’abitato medievale. La loro edificazione, con originaria funzione sepolcrale (sotto il presbiterio e le adiacenti cappelle del SS. Sacramento e di S. Lucia) e di magazzini di olio e carbone (alle estremità, sotto la sagrestia e l’archivio), avvenne nell’ambito dei lavori di ampliamento della Chiesa Madre, con inversione di orientamento rispetto alla preesistente fabbrica, documentati tra il 1620 e il 1660. In occasione del restauro e della rifunzionalizzazione, nel 1999, si sono rinvenute - e lasciate a vista - tracce della facciata medievale, con elementi del portale gotico originale, il cantonale sud-ovest della chiesa quattrocentesca e le scalinate d’accesso all’ambiente centrale tramite lapidi terragne dal soprastante transetto. Vi hanno trovato temporanea collocazione opere d’arte figurativa e decorativa di diversi materiali e tecniche dei secoli XVI-XIX provenienti da chiese locali non più esistenti o momentaneamente inagibili, arredi e suppellettili, dipinti e statue, nonché reperti tardo-medievali, rinascimentali e barocchi appartenenti alla stessa Chiesa Madre, spesso rinvenuti nel corso di restauri. In attesa di un allestimento scientifico permanente, il museo è stato sede di diverse mostre temporanee tematiche.