Riflessi classicisti in una chiesa nelle campagne sassaresi
La chiesetta campestre di San Giovanni di Aristola (prima metà XVI sec.) si caratterizza per la pianta trapezoidale, probabile riflesso di composizioni prospettiche rinascimentali, accentuando un'impostazione che si registra anche nelle strutture cinquecentesche del Duomo. Si compone di tre anguste navate separate da arconi a tutto sesto retti da bassi pilastri quadrati con capitelli di foggia seicentesca, tranne quello cinquecentesco (scolpito a fogliame) che si innesta al presbiterio. Interessante la cappella absidale con arco ogivale su pilastri polistili, con colonna centrale più larga e basamento modanato, capitelli ornati da angeli reggi-scudo il destro e da putti il sinistro. La volta è a crociera costolonata, con gemma e peducci figurati. Le modifiche succedutesi non consentono di individuare con certezza le strutture originarie, nonostante si ritenga che la parte della navata centrale che s’innesta al presbiterio sia la più antica. L’adiacente pilastro a cornu epistolae con capitello a fogliame, gotico-aragonese, è coevo dell’abside, le cui strutture murarie appaiono del tardo Cinquecento. L’abside risulta particolarmente interessante: risolta a crociera, ha i costoloni poggianti su quattro mensole con figure di angeli reggenti scudi e cartigli, e la serraglia con scolpito S. Giovanni Battista; si apre nella navata con un bell’arco ogivale sagomato impostato su pilastri polistili ornati da capitelli fortemente modellati e richiamante l’ingresso della cappella di Nostra Signora delle Grazie in S. Pietro di Silki. Le sculture, opera di artigiani locali, sono caratterizzate da un’esecuzione sommaria che compendia i dettagli. La copertura delle navate, rifatta negli anni cinquanta del novecento, presenta capriata lignea e lucernai per l’illuminazione dall’alto. L’esterno è stato ampiamente rimaneggiato perdendo le caratteristiche originarie, rimangono della prima fase solo un oculo dell’abside, con tracce del rosone originario, e i contrafforti laterali.