Palazzo Carcassona

Il Palazzo reale della Kahal

Tra i palazzi più importanti della metà del XV secolo, palazzo Carcassona si erge nel quartiere ebraico di Alghero. Si distingue per aver offerto alloggio a esponenti (come procuratori reali o governatori) delle più insigni cariche, in visita ufficiale o in occasione di soggiorni privati in città. Il viceré stesso venne per esempio ospitato in casa di Maimone Carcassona, figlio maggiore di Samuele.
A seguito dell’editto di espulsione degli ebrei da tutti i territori della Corona d’Aragona (1492), il secondogenito Nino Carcassona abbandonò l’isola, e il palazzo, una volta requisito, venne designato quale Palau Reial.

La facciata principale, realizzata con conci in arenaria, presenta in posizione decentrata un portale adovellado, ingentilito da una modanatura che lo incornicia ad arco: motivo, quest’ultimo, che riconduce a casi esemplari di archi obliqui a Valencia, a Napoli, a Palermo e nella stessa Sardegna. Anche l’arco ribassato all’ingresso dell’edificio ricorda i palazzi napoletani di Antonello Petrucci e Diomede Carafa, e quelli di diversi altri centri del Mezzogiorno d’Italia, di Barcellona, Valencia e Maiorca. Al di sopra del portale, all’altezza del piano nobile si aprono quattro bifore inserite in una cornice rettangolare modanata e decorate da un archetto trilobo intrecciato, elemento altrettanto ricorrente nei centri del Mediterraneo aragonese.

Il palazzo presentava un patio loggiato, dal quale si sviluppava una scala esterna che conduceva al salone di rappresentanza. L’androne, voltato a botte, metteva il portale d’ingresso in comunicazione con il patio scoperto. 

In facciata, su un blocco di arenaria, fa capolino un volto ovoidale e aggettante, con occhi spalancati e bocca socchiusa, che ricorda la scultura incassata nella Torre della Maddalena, nota anche come Torre di Garibaldi, sempre ad Alghero.