Un affascinante modello di sobrietà
Edificato intorno alla metà del XV secolo il Palazzo è tra gli esempi più affascinanti dell’architettura civile gotico-catalana ad Alghero del Quattrocento. Pedro Ferrer, marchese di Bonvehi, ne aveva commissionato la costruzione dopo la sconfitta inflitta nel 1436 a Nicolò Doria. Il suo discendente e omonimo Pedro ospitò in questo stesso palazzo Carlo V e, insieme ad altre figure di spicco, portò il palio in broccato di taffetà nel corteo che si dispiegò per le vie della città. In seguito, l’edificio divenne di proprietà della famiglia dei marchesi d’Albis, Manca Guiso, e della famiglia De Arcayne, acquisendo così le denominazioni alternative di Casa d’Albis e palazzo Arcayne.
Il palazzo è stato realizzato con conci squadrati di arenaria provenienti dalle cave di Alghero ma, in alcune sue parti, si può riconoscere una pietra locale di Girona, calcarea, detta marbre blau per il suo aspetto marmoreo tendente al blu.
Il prospetto dell’edificio, che affaccia sulla Piazza Civica, consta di tre ordini sovrapposti. Al piano terra troviamo il portale a dovelles, con i conci in arenaria disposti a raggiera. Nel livello superiore si aprono quattro bifore intagliate secondo lo schema a coronelles, con archetti a tutto sesto e colonnine. Alle due estremità, allineate alle bifore, compaiono due monofore a tutto sesto ad archetto inflesso su capitelli decorati e colonnine alveolate. Il passaggio all’ultimo livello è invece scandito da una cornice marcapiano.
Il portale, le finestre e la simmetria dell’edificio rimandano al Palau de la Generalitat a Perpignan e al palazzo di Joan Francesc de Pròxita a Valencia.