Palazzo Marzano

Il palazzo come simbolo della cultura di un committente nel Rinascimento

Il palazzo, ormai contiguo all’omonimo Arco prima denominato Porta di Piazza, è il risultato di un ampliamento di metà Seicento, che ha finito con l’alterare i caratteri del primo nucleo dell’edificio. Le origini della dimora risalgono all’intervento promosso dal condottiero beneventano Galeazzo Capialbi tra il 1496 e il 1514, su un’area a lui concessa dal Parlamento cittadino.

Il committente trasformò la facciata della residenza familiare in un palinsesto volto a magnificare la propria cultura e le proprie origini, reimpiegando numerosi rilievi ed epigrafi antichi. Questi frammenti erano disposti, in particolare, in corrispondenza del cantone angolare e del portale, oggi non più esistente, ma descritto nelle fonti.

Divenuto proprietà dei Leontini, imparentatisi con i Capialbi, il palazzo fu venduto ai Mottola, giungendo, ancora per politiche matrimoniali, ai Marzano. Nel frattempo, il perimetro dell’edificio fu esteso, inglobando altre proprietà, nelle quali è attestata la presenza di iscrizioni antiche, secondo una tradizione diffusa nel Rinascimento.

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Per saperne di più

Scheda scientifica sul palazzo

Scheda scientifica su una delle iscrizioni funerarie murate nel palazzo

Scheda scientifica su una delle iscrizioni funerarie murate nel palazzo

Scheda scientifica sull’effigie maschile antica murata nel palazzo

Scheda scientifica della statua antica di Eracle fanciullo murata nel palazzo