Porta d’Apice

L’ingresso meridionale della cinta muraria angioina

La porta, una delle sette che dava accesso all’insediamento medievale di Borgonovo, si trovava all’estremità meridionale della cinta muraria medievale, edificata su iniziativa di Carlo II d’Angiò tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, seguendo in parte il sedime delle antiche mura greche. La sua denominazione rimanda al committente che, all’inizio del Quattrocento, promosse il rinnovamento delle difese nell’area, Ermengaud de Sabran, conte d’Ariano e d’Apice fino al 1417.

Il fornice, in parziale stato di rovina, è fiancheggiato su un lato da una torre cilindrica, secondo l’uso medievale, mentre confina dall’altro con il retro della chiesa della Madonna dei Poveri. Sullo stipite della porta era presente una iscrizione in volgare e in greco, ridotta in frammenti per via del terremoto del 1783, che alludeva a una carestia verificatasi nel Trecento e alla liberalità di una famiglia delle élite cittadine, intervenuta per mettere a disposizione della popolazione le scorte di grano.

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