Altare di Sant'Agostino

Altare di Sant'Agostino

La pala d’altare presenta foggia manierista con bassa predella suddivisa in piccoli riquadri rettangolari, tre alti pannelli rettangolari nella mostra centrale e, incassato tra due volute dipinte, un casamento quadrangolare sormontato da un timpano triangolare spezzato recante al centro un cartiglio con lo stemma dell’Ordine agostiniano. I superstiti riquadri della predella raffigurano immagini di santi a mezzo busto attribuiti ad ignoto autore iberico, mentre gli scomparti maggiori sono stati dipinti nel 1646 da Pantaleone Calvo, pittore genovese attivo in Sardegna dal 1631 al 1655. Le tele dell’ordine mediano, tripartito da colonne scanalate di ordine corinzio, raffigurano Santa Caterina d’Alessandria (sinistra) e San Giovanni Battista (destra), mentre la specchiatura centrale è oggi cieca. Nell’attico, al centro, è la tela quadrangolare con la Vergine che porge la cintura a Santa Monica; nelle volute laterali l’Annunciata (sinistra) e l’Angelo annunciante (destra). Nel 1760, anno di realizzazione del nuovo altare maggiore in legno di foggia barocca, la pala fu spostata nella testata sinistra del transetto, sua attuale collocazione. In occasione dello spostamento subì interventi di riadattamento ai nuovi spazi che comportarono la rimozione del pannello centrale, ospitante una tela con la Madonna d’Itria, al cui posto fu inserita una nicchia destinata a ospitare un gruppo scultoreo, verosimilmente raffigurante la Madonna d’Itria e due devoti, poi sostituito dalla statua seicentesca di Sant’Agostino. Inoltre, alla base della nicchia, in posizione avanzata, fu collocato il tabernacolo ligneo realizzato nel 1634 da Giovanni Angelo Puxeddu. Ulteriori rimaneggiamenti e mutilazioni, in particolare alla finitura cromatica, si ebbero in seguito ai bombardamenti del 1943.

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