Scomparti del Retablo della Madonna dei Sette Dolori
Nel 1971, Sabino Iusco ricostruì idealmente attorno alla tavola con la Vergine Addolorata della chiesa di Santa Rosalia in Cagliari, proveniente da Santa Maria di Jesus, il Retablo della Madonna dei Sette Dolori, al quale ricondusse cinque tavole già nella collezione De Candia a Cagliari, tutte attribuite al pittore cagliaritano Pietro Cavaro (doc. 1512-1537), che avrebbe realizzato il polittico nel terzo decennio del Cinquecento. Tra gli scomparti figuravano una Fuga in Egitto, Gesù fra i dottori e l'Andata al Calvario, noti soltanto da una riproduzione fotografica in bianco e nero, mentre giunse nel 1955 nella Pinacoteca Nazionale il Compianto noto come Pietà di Tangeri, così denominato dal luogo in cui fu acquistato dallo Stato italiano. Il Compianto, articolato in più piani prospettici, si distingue per la forte carica drammatica che il pittore ha saputo conferire alla scena, in particolare per mezzo di una intensa caratterizzazione espressiva e gestuale dei personaggi raffigurati. Il persistere di alcuni caratteri tipici del linguaggio tardogotico (il cielo obliterato dal fondo dorato, un accentuato linearismo grafico ecc.) non nega l’apertura verso lo spirito rinascimentale, evidente nella ricerca di una composizione strutturata, nella gestualità non stereotipata e nella citazione alla produzione a stampa (per esempio, la Maria di Cleofa è ripresa da una figura del Compianto della serie La Passione, pubblicata da Düreriane negli anni 1507-1512. Nel 2016 è stata acquisita dalla Pinacoteca una tavola apparsa sul mercato antiquario raffigurante la Deposizione di Cristo nel sepolcro, chiaramente di mano di Pietro Cavaro e riconducibile al Retablo della Madonna dei Sette Dolori: pienamente coerente sotto l'aspetto stilistico, per l'utilizzo della medesima gamma cromatica e degli stessi motivi decorativi dati a punzone del fondo oro, nonché per le quasi identiche dimensioni della Pietà di Tangeri, ne completa infatti il ciclo iconografico, come peraltro già rilevato da diversi studiosi, secondo cui il polittico, incentrato sui Misteri dolorosi e sulla Passione di Cristo, doveva prevedere, oltre alle scene delle tavole assegnatele da Iusco, anche una Deposizione nel sepolcro.