Castello di Bivona

Un castello-impresa sul sito dell’antico porto di Hipponion

Il castello sorge su un sito molto stratificato, che un tempo ospitava l’antico porto della colonia greca di Hipponion. Il rapporto fra l’area e la linea di costa è profondamente mutato in quanto questa risultava molto più prossima al mare. Sul basamento di un tempio, che gli studi archeologici hanno proposto di identificare con quello dedicato alla dea Persefone, al principio dell’età normanna fu edificato un monastero fortificato, che dipendeva come bene feudale dall’abbazia di Mileto.

La costruzione del castello risale invece agli anni della dominazione aragonese, per il rafforzamento delle difese nel momento di massimo contrasto con gli Angioini. La fortezza assunse in quella fase il caratteristico perimetro quadrangolare con torri cilindriche ai vertici, entro cui si sviluppava un edificio indipendente, separato dal filo esterno delle mura.

Restaurata a più riprese anche alla fine del Quattrocento, la fortezza fu interessata, nel corso del Cinquecento, da un adeguamento funzionale, divenendo, da presidio difensivo, luogo di lavorazione della canna da zucchero. Questa modifica fu introdotta dai Pignatelli, che promossero alcune variazioni alle strutture per allocare i trappeti e i depositi. Ettore, viceré di Sicilia, individuò proprio nell’isola un mercato potenziale, favorendo così il ritorno a quella vocazione commerciale che aveva caratterizzato nell’antichità l’area di Bivona. Dopo il terremoto del 1783, con l’eversione della feudalità nei primi dell’Ottocento, il castello cadde in rovina. È stato recentemente interessato da un restauro conservativo.

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