Ettore Pignatelli

Colto mecenate e committente, fu tra i personaggi politici più influenti del Mezzogiorno continentale e della Sicilia

Appartenente ai Pignatelli, nobile famiglia napoletana, compì una straordinaria ascesa politica e sociale, favorita anche da un’abile politica matrimoniale, divenendo, fra l’ultima fase del dominio aragonese e il regno di Carlo V, uno dei più potenti feudatari del Mezzogiorno (col titolo di conte e poi duca di Monteleone), nonché viceré di Sicilia (1518-1535). La sua attività di governo dell’isola, al di là del giudizio negativo di alcuni contemporanei, fu caratterizzata da un certo riformismo e dall’opera di fortificazione delle maggiori città costiere, per contrastare le incursioni barbaresche. Grande committente e mecenate, Ettore Pignatelli si servì di artisti rinomati, come Antonello Gagini, per l’esecuzione di opere di scultura e il rifacimento di complessi religiosi nei suoi feudi calabresi di Monteleone, Borrello e Rosarno, così come a Palermo e a Napoli. Possedeva inoltre una ricca biblioteca e riunì attorno a sé intellettuali, anche di tendenze eterodosse, del calibro di Antonio Sebastiano, detto il Minturno.

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