Un raffinato tassello della pittura fiamminga in Calabria
L’opera, che raffigura la scena della Presentazione al Tempio di Gesù, ha una datazione chiaramente riconducibile al tardo Cinquecento, ma una attribuzione controversa e oscillante tra due pittori fiamminghi attivi nel viceregno di Napoli, Pietro Torres e Teodoro d’Errico. Le principali fonti storiche sulla città riferiscono l’esistenza di un altro dipinto, forse disposto simmetricamente a questo, raffigurante una Immacolata Concezione.
Al di là della paternità dell’opera, comune a entrambi gli artisti è una rappresentazione tesa fra il gusto della Maniera (o Rinascimento maturo) e una composizione della scena più schiettamente devozionale. Spicca, inoltre, la precisione nella costruzione degli sfondi architettonici, secondo una tradizione chiaramente fiamminga.
Non è noto il committente del dipinto, né se quest’ultimo sia stato realizzato per la chiesa. Se così fosse, bisognerebbe considerare il duca Ettore III Pignatelli fra i possibili promotori dell’opera, nel più complessivo ridisegno dello spazio antistante il coro, per il quale aveva fatto realizzare un sontuoso altare marmoreo
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Ettore Pignatelli
Appartenente ai Pignatelli, nobile famiglia napoletana, compì una straordinaria ascesa politica e sociale, favorita anche da un’abile politica matrimoniale.