Un esempio di scultura di scuola messinese a Tropea nel primo Cinquecento
Il gruppo statuario è collocato sull’altare maggiore, commissionato dall’arcidiacono tropeano Alfonso Tranfo. Le due statue dell’Angelo e della Vergine, in marmo con dorature, rivelano consonanze stilistiche con l’opera dello scultore messinese Giovan Battista Mazzolo, che aveva realizzato negli stessi anni analoghe Annunciazioni per altri centri della Sicilia orientale e della Calabria meridionale.
Il piedistallo ottagono su cui si erge la figura di Maria è caratterizzato sulla faccia principale dalla presenza di un’iscrizione, che esplicita il finanziamento per la realizzazione della statua da parte di suor Teresa de Gradis. Sul piedistallo parallelepipedo ai piedi dell’Angelo si trova lo stemma di una famiglia patrizia presente a Tropea nel Cinquecento, probabilmente corrispondente all’emblema araldico degli Scattaretica. L’opera si inserisce in quel complesso di iniziative della élite urbana per l’arricchimento del patrimonio artistico e devozionale della città, in analogia con quanto verificatosi qualche anno più tardi per la realizzazione della Madonna del Popolo in cattedrale.
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Famiglia Tranfo
La famiglia Tranfo di Tropea deriva probabilmente da un ramo dei Transo, di origine incerta