Simulacro di San Sebastiano

terzo quarto del XVI secolo

Da bodyguard a miles Christi. Un San Sebastiano in attesa del martirio

Collocato nella sesta campata della navata sinistra della chiesa di Sant’Agata, il simulacro di San Sebastiano proviene dalla chiesa omonima, in rovina già alla metà del Settecento. Privo di base, è collocato su un mensolone decorato a scaglie, di gusto manierista.

Secondo l’iconografia più diffusa, particolarmente in voga a partire dal Rinascimento, il Santo è rappresentato quale giovinetto svestito, legato ad un tronco d’albero, nell’atto di attendere il martirio cui fu condannato dall’imperatore Diocleziano: essere straziato a morte dalle frecce degli arcieri per via della sua fede. In candido marmo di Carrara, la statua, databile al terzo quarto del Cinquecento, mostra ancora consistenti tracce di antiche dorature, tanto nei capelli quanto nel perizoma e nel tralcio che si avviluppa attorno al tronco.

Già a lungo attribuita allo scultore Rinaldo Bonanno, è stata riferita, di recente, a Giovandomenico Mazzolo. Si tratta in ambo i casi di figure di primo piano dell’ambiente artistico messinese del Cinquecento, la cui attività è variamente attestata nel territorio del Valdemone ionico.

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