La chiesa è ubicata all’estrema propaggine nord-orientale del promontorio su cui sorge la città, in un’area prima occupata dalla piccola chiesa di San Pietro ad Ripas. La sua realizzazione risale alla fine del Duecento, quando una confraternita francescana si insediò nell’area, ottenendo il consenso vescovile e papale per l’edificazione del proprio convento.
Accanto alla parete destra della chiesa fu costruita, nel XIV secolo, la cappella di San Bartolomeo, dotata di un ingresso indipendente da un cortile attiguo, ancora visibile dalla piazza antistante. La facciata ‘parlante’ della cappella, caratterizzata dalla presenza di stemmi e iscrizioni, ha a lungo condotto ad ascrivere l'opera al tempo di Andrea d’Ungheria, duca di Calabria dal 1333 al 1345 e consorte di Giovanna I di Napoli nella fase precedente all’ascesa al trono di quest’ultima. Più recentemente, la lettura araldica degli stemmi ha condotto ad aggiornare la datazione alla seconda metà del Trecento, riconducendo l'esecuzione della cappella al tempo di re Carlo III d'Angiò. All’interno era collocato un raffinato sarcofago marmoreo trecentesco, ora parzialmente conservato al Museo diocesano.
Alla fine del secolo risale la fondazione di altri due sacelli, uno dei quali, dedicato a san Bartolomeo, appartenne nel Cinquecento alla famiglia napoletana dei Tomacelli. L’accesso a queste cappelle si trova sul lato sinistro della chiesa. L’impianto ad aula unica con coro originariamente quadrato, tipico dell’architettura francescana, è stato interessato da numerosi interventi di rinnovamento già nel corso del Settecento e, ancora, dopo i terremoti del 1783, quando la chiesa venne intitolata a San Demetrio, e del 1908.
L’altare è caratterizzato dalla presenza di una statua dell’Immacolata, realizzata nel 1591 su iniziativa della famiglia D’Afflitto Pelliccia e attribuita allo scultore palermitano Giuseppe d’Alvino.
Cosa vedere qui
Famiglia d'Afflitto Pelliccia
La famiglia d’Afflitto Pelliccia figura nell’elenco dei casati nobili tropeani nel 1567. Il casato dei Pelliccia risulta presente nel sedile magnum della città già nel 1508, ed era giunto a Tropea probabilmente da Nicotera
I Tomacelli, radicati a Napoli, dove la famiglia risulta ascritta al seggio nobile di Capuana, almeno dal Duecento, sono attestati a Tropea nel Cinquecento