Uno scrigno di storia millenaria nel Vallo di Diano
La chiesa di Santa Maria Maggiore a Teggiano, documentata già nel X secolo ma ricostruita nel Duecento e, nuovamente, a seguito del terremoto del 1857, conserva importanti tracce della stagione medievale e rinascimentale capaci di narrare una storia di fitti rapporti famigliari e di potere tra Trecento e Cinquecento. Ne sono testimonianza lo straordinario pulpito, firmato da Melchiorre, probabilmente autore anche del portale; il monumento funebre di Enrico Sanseverino, conte di Marsico, scolpito nel Trecento dall’artista toscano Tino da Camaino; il monumento funebre di Orso Malavolta e quelli di Stasio d’Heustasio e del milite Nicola Schipani, tutti quattrocenteschi, mentre ai primi del Cinquecento risale il portale laterale, scolpito da Francesco da Sicignano su commissione, ancora una volta, della famiglia d’Heustasio. Nonostante la ricostruzione abbia di molto alterato l’aspetto originario della chiesa, essa conserva il fascino di una storia millenaria, grazie anche al reimpiego di preziose stele antiche incastonate sulla facciata posteriore.
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Monumento funebre di Orso Malavolta
Il monumento funebre di Orso Malavolta, posto sulla controfacciata della chiesa di Santa Maria Maggiore, testimonia il ruolo delle élite professionali nella creazione di opere d’arte del Rinascimento
Il pulpito della cattedrale di Teggiano è firmato e datato (1271) dallo scultore Melchiorre, comunemente ma erroneamente conosciuto con l'appellativo "da Montalbano"
Rappresenta una replica della statua bronzea antica dello Spinario, conservata nel medioevo nella piazza del Laterano a Roma, e interpretata sia come simbolo del peccato della Lussuria che come personificazione del mese di Marzo