Un esempio di committenza monastica nel Cinquecento
Poco si conosce di quest’opera, un crocifisso in mistura, ovvero composto di tela, gesso, colla e carta pesta, modellati su una struttura lignea di quasi due metri di lunghezza. Gli studi ne riconducono la realizzazione alla prima metà del XVI secolo, interpretandola come lavoro probabilmente commissionato in ambito monastico.
La figura del Cristo ha il capo reclinato verso destra ed è connotata da una fisicità rarefatta e scarna, che rivela il perdurare di un gusto di ascendenza tardo-medievale ancora in epoca rinascimentale. Il perizoma ha pieghe composte e appena accennate, che sottolineano l’immobilità della scena, ponendo l’accento sul momento della morte.
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Altare marmoreo con statue di Antonello Gagini
Attualmente collocato nel Cappellone delle Anime del Purgatorio, l’altare è un sontuoso riallestimento tardo-cinquecentesco stabilito per tre delle cinque statue commissionate nel 1524 ad Antonello Gagini
La statua, che adorna l’altare maggiore del Duomo, era prima ubicata nella cappella di San Michele del castello di Vibo, residenza dei duchi di Monteleone.