Una traccia mirabile del legame artistico tra Vibo e Palermo nel Cinquecento
Attualmente collocato nel Cappellone delle Anime del Purgatorio entro il transetto sinistro del Duomo, l’altare è un sontuoso riallestimento tardo-cinquecentesco stabilito dal duca Ettore III Pignatelli per tre delle cinque statue commissionate nel 1524 ad Antonello Gagini dal suo avo Ettore Pignatelli, viceré di Sicilia, per la propria cappella gentilizia nei domini calabri, che si trovava a Vibo nel presbiterio di Santa Maria la Nova, prima denominata Santa Maria del Gesù.
Queste sculture in marmo bianco dovevano originariamente essere disposte separatamente in cinque edicole dello stesso materiale. Le tre statue allocate nelle nicchie del più tardo tabernacolo in marmi policromi corrispondono a quelle effettivamente consegnate dall’artista negli anni Trenta del secolo e raffigurano la Vergine col Bambino, la Maddalena e san Giovanni Evangelista. In luogo delle restanti sculture commissionate dal duca all’artista, un san Michele e un san Giuseppe, nel 1534 fu stilato un secondo contratto per la consegna di due nuove statue, un san Luca e una seconda Vergine col Bambino, destinata a quel punto alla cappella nel castello-palazzo della città. Oggi queste due opere, probabilmente eseguite dalla bottega di Gagini, si trovano nel Valentianum.
La fastosa macchina marmorea realizzata nel 1598 per accogliere le tre statue fu traslata nella chiesa matrice di Vibo solo al principio dell’Ottocento. Un frammento dell’iscrizione posta sull’altare si trova oggi murato nel chiostro del vicino Convitto Nazionale, presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli.
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Crocifisso ligneo
Poco si conosce di quest’opera, un crocifisso in mistura, ovvero composto di tela, gesso, colla e carta pesta, modellati su una struttura lignea di quasi due metri di lunghezza.
La statua, che adorna l’altare maggiore del Duomo, era prima ubicata nella cappella di San Michele del castello di Vibo, residenza dei duchi di Monteleone.