Famiglia radicata a Isernia, Venafro ed Alife, fondò le proprie fortune sull’esercizio del sapere giuridico
Famiglia di primissimo piano, ampiamente radicata nel patriziato d’Isernia fin dal XIII secolo, fondò il proprio successo sull’esercizio del diritto al servizio della Corona. In particolare, la carriera burocratica di Alferio (XIV secolo) innescò il processo di nobilitamento della famiglia, che si espresse nella progressiva acquisizione di beni fondiari e feudali. Furono fra l’altro signori di Castelpetroso fino alla metà del XV secolo, quando, per volere degli Aragonesi, gli successero i Pandone conti di Venafro, non senza un tentativo di riconquista del feudo da parte di Tommaso d’Alferio. Covella, sorella di questo, sposò il nobile Cristoforo Mancino di Venafro, fratello del vescovo Antonio, e fu sepolta in una cappella all'interno della Cattedrale. Un ramo della famiglia è attestato anche ad Alife, dove tra il XIII e il XV secolo espresse ben due vescovi.
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Affresco con l'Albero di Jesse
L'affresco, che si trova nella quarta cappella destra del duomo di Venafro, è stato rinvenuto nel corso dei restauri degli anni Sessanta, sotto strati di intonaco che l'avevano interamente coperto.
L’affresco, che è collocato nell’absidiola sinistra della cattedrale di Venafro, fu commissionato nel 1458 da Cristoforo Mancino per commemorare la moglie defunta, Covella d’Alferio di Castelpetroso.
Reused outside the central apse of the Cathedral, and placed between two Ionic friezes, based on the typological characters it can be dated to the third quarter of the 1st century BC
Due dei blocchi del fregio, decorato da un tralcio acantino, furono reimpiegati all’esterno dell’abside centrale della cattedrale, e altri due, non contigui, nell’abside sinistra
I Mancino furono una delle famiglie più importanti del patriziato venafrano nei secoli XV e XVI, la cui presenza è però attestata in città almeno dalla metà del Trecento, con il medico Angelo