Nobile e ricca famiglia tropeana, coinvolta nella committenza della statua di San Paolo nella cattedrale
La famiglia Carbonara risulta ascritta alla nobiltà di Tropea nel 1567. Stando all’abate Francesco Sergio, autore del manoscritto intitolato Chronologica Collectanea sive Chronicorum de civitate Tropea (XVIII secolo), il casato era tanto antico quanto facoltoso.
Tra i suoi esponenti vi erano Iacovello, uno dei committenti, insieme a esponenti dei Galluppi e dei Barone, della statua di San Paolo nella cattedrale, e Porzia, “venerabile matrona” secondo il Sergio nonché vedova di Scipione Adisi (appartenente anch’egli a una nobile famiglia tropeana), fondatrice del monastero delle clarisse di S. Maria della Pietà e dei Sette Dolori (XVII secolo)
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Statua della Madonna del Popolo
a statua, ubicata a destra dell’area presbiteriale, è tra le opere certamente attribuibili a Giovan Angelo Montorsoli, raffinatissimo scultore apprezzato da Michelangelo
L’opera fu commissionata nel 1598 da Giuseppe Galzerano, membro della nobiltà locale di Tropea, allo scultore messinese Pietro Barbalonga per l’altare della cappella di famiglia
Le caratteristiche della tomba rientrano in un modello molto diffuso a Napoli già nel periodo angioino, perdurate anche in età aragonese e nei primi decenni del Cinquecento.
Il sepolcro, che si trova nella seconda cappella sulla navata laterale destra della cattedrale, fu commissionato da Antonello Galluppi, barone di Cirella, Ioppolo e Coccorino, per i cinque figli premortigli.
Il tabernacolo, posto dinanzi all’abside sinistro in corrispondenza dell’altare dedicato a San Giuseppe agonizzante, è stato commissionato nella seconda metà del Quattrocento da Pietro Balbo, vescovo di Tropea di origine pisana
Non sono note le date di nascita e di morte di questo personaggio, membro del patriziato cittadino, la cui prima menzione documentaria nota è rappresentata dalla committenza del rilievo della Natività per la propria cappella.
Appartenente al ramo pisano di una nota famiglia del patriziato veneziano, iniziò i suoi studi a Padova, proseguendoli a Mantova sotto la guida di Vittorino da Feltre.
Famiglia stabilitasi in diversi centri della Campania, così come a Nicotera, in Calabria. Da qui, nel 1568 un Gilberto Romano trasferì la sua residenza a Tropea