Un’opera commissionata dall’aristocrazia cittadina a un famoso collaboratore di Michelangelo
La statua, ubicata a destra dell’area presbiteriale, è tra le opere certamente attribuibili a Giovan Angelo Montorsoli, raffinatissimo scultore apprezzato da Michelangelo, al punto da essere coinvolto, prima del trasferimento a Messina, in diverse imprese artistiche del maestro. L’opera rivela un consistente intervento della bottega nella definizione della veste e dei volti.
La Vergine è sorretta da due putti disposti su una base ottagona, che reca una iscrizione sul fronte.L’epigrafe fa riferimento alle figure dei committenti, appartenenti a due famiglie dell’aristocrazia cittadina, i Romano e i Nomicisio, i cui stemmi campeggiano sulle facce a lato della tavola centrale.
Le fonti documentarie rendono noto il coinvolgimento di altre due figure nel patrocinio dell’impresa artistica, il nobile Antonio Terranova e il sacerdote Alfonso Trifiletti, procuratori del Capitolo della cattedrale e del clero di Tropea. Alcuni studi hanno messo in risalto le analogie figurative tra la Vergine di Montorsoli e la statua gaginesca della Maddalena nel trittico ora collocato nel Duomo di Vibo.
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Rilievo della Natività
L’opera fu commissionata nel 1598 da Giuseppe Galzerano, membro della nobiltà locale di Tropea, allo scultore messinese Pietro Barbalonga per l’altare della cappella di famiglia
Le caratteristiche della tomba rientrano in un modello molto diffuso a Napoli già nel periodo angioino, perdurate anche in età aragonese e nei primi decenni del Cinquecento.
Il sepolcro, che si trova nella seconda cappella sulla navata laterale destra della cattedrale, fu commissionato da Antonello Galluppi, barone di Cirella, Ioppolo e Coccorino, per i cinque figli premortigli.
Il tabernacolo, posto dinanzi all’abside sinistro in corrispondenza dell’altare dedicato a San Giuseppe agonizzante, è stato commissionato nella seconda metà del Quattrocento da Pietro Balbo, vescovo di Tropea di origine pisana
Non sono note le date di nascita e di morte di questo personaggio, membro del patriziato cittadino, la cui prima menzione documentaria nota è rappresentata dalla committenza del rilievo della Natività per la propria cappella.
Appartenente al ramo pisano di una nota famiglia del patriziato veneziano, iniziò i suoi studi a Padova, proseguendoli a Mantova sotto la guida di Vittorino da Feltre.
Famiglia stabilitasi in diversi centri della Campania, così come a Nicotera, in Calabria. Da qui, nel 1568 un Gilberto Romano trasferì la sua residenza a Tropea