Un esponente dell’élite culturale di Tropea, divenuto sindaco della città
Non sono note le date di nascita e di morte di questo personaggio, membro del patriziato cittadino, la cui prima menzione documentaria nota è rappresentata dalla committenza del rilievo della Natività per la propria cappella. Il fatto che questa fosse stata realizzata nella cattedrale dimostra il prestigio di Galzerano già in quegli anni, ulteriormente provato dalla sua elezione a sindaco di Tropea insieme a Giovanni Antonio Romano nel 1616. L’anno seguente concorse ad approvare una consistente ricompensa in favore del giurista Luigi Lauro, che aveva ottenuto dall’imperatore Filippo III il ritorno alla demanialità di Tropea, dopo la sua infeudazione per ragioni economiche al principe di Scilla Vincenzo Ruffo.
Durante il suo mandato, promosse una serie di interventi di restauro, fra cui quello del principale acquedotto urbano. Risulta, inoltre, menzionato nelle cronache a lui contemporanee per essere guarito miracolosamente dalla febbre maligna, diffusasi nella città nel 1642, dopo aver fatto voto a san Domenico rivolgendosi all’omonimo santuario di Soriano Calabro.
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Statua della Madonna del Popolo
a statua, ubicata a destra dell’area presbiteriale, è tra le opere certamente attribuibili a Giovan Angelo Montorsoli, raffinatissimo scultore apprezzato da Michelangelo
L’opera fu commissionata nel 1598 da Giuseppe Galzerano, membro della nobiltà locale di Tropea, allo scultore messinese Pietro Barbalonga per l’altare della cappella di famiglia
Le caratteristiche della tomba rientrano in un modello molto diffuso a Napoli già nel periodo angioino, perdurate anche in età aragonese e nei primi decenni del Cinquecento.
Il sepolcro, che si trova nella seconda cappella sulla navata laterale destra della cattedrale, fu commissionato da Antonello Galluppi, barone di Cirella, Ioppolo e Coccorino, per i cinque figli premortigli.
Il tabernacolo, posto dinanzi all’abside sinistro in corrispondenza dell’altare dedicato a San Giuseppe agonizzante, è stato commissionato nella seconda metà del Quattrocento da Pietro Balbo, vescovo di Tropea di origine pisana
Appartenente al ramo pisano di una nota famiglia del patriziato veneziano, iniziò i suoi studi a Padova, proseguendoli a Mantova sotto la guida di Vittorino da Feltre.
Famiglia stabilitasi in diversi centri della Campania, così come a Nicotera, in Calabria. Da qui, nel 1568 un Gilberto Romano trasferì la sua residenza a Tropea