Casato con un ruolo di spicco nella società cittadina
Famiglia di antica nobiltà attestata già nel XIII secolo e articolata in diversi rami, uno dei quali, il primigenio, era radicato in Tropea.
La presenza dei Galluppi nella società tropeana del XV e del XVI secolo fu diffusa e permeante, con molti esponenti che ricoprirono l’ufficio di sindaco della città. La famiglia, inoltre, che durante l’età vicereale dimorava tra la Calabria e Napoli, contrasse sistematicamente matrimoni con le famiglie più influenti del patriziato tropeano e acquisì anche diversi feudi.
Il prestigio raggiunto dai Galluppi di Tropea è testimoniato dall’importante committenza artistica, che riguardò soprattutto la cattedrale, dove si può ammirare il sepolcro fatto realizzare dal nobile Antonello per sé ed i suoi figli (1599).
Tra gli altri esponenti della famiglia, ricordiamo infine Cesare, capitano dell’esercito spagnolo che trapiantò parte della famiglia a Messina, e Giulio Cesare, autore di opere giuridiche.
Cosa vedere qui
Statua della Madonna del Popolo
a statua, ubicata a destra dell’area presbiteriale, è tra le opere certamente attribuibili a Giovan Angelo Montorsoli, raffinatissimo scultore apprezzato da Michelangelo
L’opera fu commissionata nel 1598 da Giuseppe Galzerano, membro della nobiltà locale di Tropea, allo scultore messinese Pietro Barbalonga per l’altare della cappella di famiglia
Le caratteristiche della tomba rientrano in un modello molto diffuso a Napoli già nel periodo angioino, perdurate anche in età aragonese e nei primi decenni del Cinquecento.
Il sepolcro, che si trova nella seconda cappella sulla navata laterale destra della cattedrale, fu commissionato da Antonello Galluppi, barone di Cirella, Ioppolo e Coccorino, per i cinque figli premortigli.
Il tabernacolo, posto dinanzi all’abside sinistro in corrispondenza dell’altare dedicato a San Giuseppe agonizzante, è stato commissionato nella seconda metà del Quattrocento da Pietro Balbo, vescovo di Tropea di origine pisana
Non sono note le date di nascita e di morte di questo personaggio, membro del patriziato cittadino, la cui prima menzione documentaria nota è rappresentata dalla committenza del rilievo della Natività per la propria cappella.
Appartenente al ramo pisano di una nota famiglia del patriziato veneziano, iniziò i suoi studi a Padova, proseguendoli a Mantova sotto la guida di Vittorino da Feltre.
Famiglia stabilitasi in diversi centri della Campania, così come a Nicotera, in Calabria. Da qui, nel 1568 un Gilberto Romano trasferì la sua residenza a Tropea