Giovanni Caracciolo

Conte di Gerace, sepolto nella cripta e traslato nella cattedrale per riabilitare la memoria del casato

Primogenito del conte di Gerace, il nobile napoletano Antonio Caracciolo, Giovanni ereditò i feudi paterni alla fine del Trecento e sposò in seconde nozze Caterina Concublet, figlia del potente signore di Arena e di Mileto, consolidando dunque la sua posizione in Calabria.

Morì lasciando come erede il fratello minore, Battista, e il suo corpo, insieme a quello di quest’ultimo, dapprima posto nelle catacombe della cattedrale di Gerace, fu traslato nel sepolcro marmoreo fatto realizzare da Ferrante Caracciolo nella seconda metà del Cinquecento, con la complicità del vescovo Ottaviano Pasqua.

L’operazione riabilitò la memoria dei conti Caracciolo, macchiata dall’arresto e dalle confische subite dal loro successore, Tommaso. Secondo alcuni avrebbe fondato la cappella di san Giovanni Battista (ora del SS. Sacramento) nella stessa cattedrale, ma in realtà completò l’opera iniziata per volere della moglie Caterina. 

 

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