Troilo Carafa

Da un’illustre famiglia napoletana, vescovo di Rapolla, Gerace e Oppido Mamertina, si distinse per la sua committenza

Appartenente ai Carafa della Stadera, ramo della nobile famiglia napoletana, era parente del celebre Diomede Carafa, membro di spicco della corte aragonese, del futuro papa Paolo IV e di Oliviero Carafa, potente cardinale e arcivescovo di Napoli, presso il quale si formò e che di certo favorì la sua carriera ecclesiastica. 

Dapprima vescovo di Rapolla, dove fece ristrutturare la cattedrale danneggiata da un sisma, nel 1497 gli fu assegnata la diocesi di Gerace (a cui era unita quella di Oppido), che resse degnamente pur avvalendosi di vicari, meritando peraltro il giudizio positivo di uno dei suoi successori, Ottaviano Pasqua. Costui, autore di una serie di profili biografici dei vescovi di Gerace, sottolineò anche la solida cultura umanistica di Troilo, nonché la sua committenza, rivolta soprattutto alla cattedrale e all’episcopio.

Dopo la morte, fu sepolto a Roma per volere di Oliviero, nella Cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva

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